Live from Libano - Giorno 2 - Da Beirut a Koubayat

GIORNO 2 - 22 Settembre 2025.

In Libano il tempo scorre più lento. Anche la notte. Non ho dormito bene. A mezzanotte mi hanno svegliato i botti. Mi sono  affacciato dalla finestra dell'hotel di Beirut. Cercando bagliori. Niente. Pensieri. 

Paure.

Ma ho provato a riaddormentarmi. E la notte è trascorsa tra il sonno e l'allerta. 

Sveglia presto per partire per Koubayat, un villaggio cristiano a una quarantina di km dal confine nord con la Siria. Lo conosciamo bene. Ci siamo già stati. 

Dopo una parca colazione con un caffè americano saliamo in macchina della nostra Angela Custode, e via. Nel traffico di Beirut. Non esistono precedenze, sorpassi a destra, camion in terza corsia. La pazienza dell'autista si dilata. Fuori Beirut il traffico sfolla. 

Via lungo la strada del mare. 

Il pensiero allo sciopero generale italiano.

3 lunghe ore in un susseguirsi di villaggi fino a Tripoli. Molta spazzatura a bordo strada. Alcuni cumuli bruciano in piccoli fumi. Decadenza nei palazzi.

Tanti uomini seduti.

Troppi.

Non c'è lavoro.

Troppi bimbi in giro. Siriani, poveri. Con le buste di plastica a raccogliere tra la spazzatura. Alcuni tra i campi a zappare. Altri ancora a far rotolare un pneumatico di un camion da sostituire.

Diversi van privati che offrono servizio taxi.

Intanto chiacchieriamo sulla situazione interna libanese. Povertà, sistema sanitario, profughi.

Intravediamo un campo palestinese sul mare a Tripoli, Nahr al-Bared. Case ormai stanziali. 70 anni lì dentro. Prigionieri in terra straniera. I tuk tuk sfrecciano zigzagando. Pausa colazione. Poi un'altra ora fino alle montagne dell'Akkar. Finalmente casa. Ufficio di Koubayat. Qui troviamo Layal e Mandouha, due ragazze che seguono il progetto. Ci accolgono con sorrisi e gentilezza. 

Iniziamo la nostra formazione con loro. Quanto il gioco può essere strumento per includere bisogni educativi speciali nella scuola.

Riflessioni, speranze, consapevolezze, un pochino di rassegnazione.

La giornata scorre lenta fino a pranzo. Khubz (pane arabo) ripieno di pollo, salsa yogurt e insalata. 

Subito dopo un'altra oretta di lavoro. Questionario di valutazione per il post formazione. Poi via al supermarket per birra, acqua e qualche snack dolce e salato. Poi al Granero Verde, il nostro alloggio. Un "resort" di casette in mezzo ai boschi, nel silenzio, lontano dal villaggio. Al fresco. Cicale, pini. Natura. Conosciamo Romanos, il proprietario. Ha una sorella a Roma e parla un pochino di italiano. Super accogliente e disponibile. 

Con calma cena all'Alma del Bosque, ristorante montano a 5 minuti a piedi dal nostro bungalow. 

Proprietario loquace con moglie più giovane di almeno 15 anni. Camerieri maniacali a liberare da tovaglioli sporchi e piatti vuoti. Cena libanese a base di patate harra, alette di pollo al limone, taboulè, hummus, birra almaza. Lusso libanese. 

Il canto dei coyote ci accompagna nel letto fresco in mezzo al bosco.

Stacchiamo la spina dopo una giornata molto "mentale" in arabo/anglo/italiano. 

Domani sarà impegnativa. 

Tanti incontri, nuovi posti, tanta voglia di incontrare i bambini. 

Yalla! E Shukran a tutti. 

Per aver manifestato anche per noi.

Palestina Libera🍉🙏🏾



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