Dalla mia grotta del temporale...

E' stato un momento di azione.

Tutti noi passiamo dal sonno alla veglia.

A me capita spesso di svegliarmi alle 4 del mattino. La maggior parte delle volte mi riaddormento veloce, con un breve sguardo dal letto alla finestra, che in questi giorni ha sempre le imposte aperte, per far filtrare la luce della Notte. 
Una di queste notti che vanno dalla Luna Piena alla Luna Calante, la grande Sorella è forte e luminosa. All'alba delle 4 di un giorno qualunque, l'astro fraterno illumina la nostra stanza da letto con impeto di Natura. 
Non riesco a resistere, mi sposto un po' dal cuscino ed intravedo il satellite che illumina il cammino degli psiconauti, dei poeti, dei cantanti. E' lì che aspetta il mio sguardo, i suoi raggi danno una luce evanescente alla stanza da letto dove da quasi vent'anni ormai, dormo, sogno e vivo con la mia compagna. 
Un fugace raggio, baldanzoso e romantico illumina il suo viso baciato da Morpheus. Il dio greco non sarà assolutamente geloso di quel raggio irriverente che dona luce e pace al viso del mio Amore. 
Penso spesso alla Natura in questi giorni. 
Forse perchè ritengo questa situazione massima espressione del potere di Nostra Madre Terra, che ci parla, ci tiene in tensione ed in questo stato di spaesato isolamento. Ci avvisa, ci ricorda di quanto siamo fragili e vulnerabili, soprattutto se soli ed isolati, come costretti da questo confinamento ormai lungo e mai definito nella sua conclusione.  
  
Un insetto caduto per terra
si rigira e riprende il suo viaggio
siamo parte di un tutto più grande
 Ritornare in seduta e trovare la pratica del QUI ed ORA.
Osservare i miei cani che giocando inseguono sogni cicalosi
Ascoltare sorelle che cercano ed incontrano.
E poi lo starnuto fù!!!
Sei sempre presente ed accogliente.
Come l'acqua che mi bagna i calzoni
sono gocce rugiadose e cicalose.
Di una notte che passa
e di un nuovo giorno che avanza.
Un quadro tra i rami di luna di mandorla
il cuore di corteccia splende 
in codesto oscuro energetico.
Sento quindi un impeto impulso che mi sbalza dal letto. 
Mi fa schizzare in piedi in preda ad un manifesto atto di potenza. 
Andare, non so dove, ma uscire e respirare l'aria del mattino. 
Dopo essermi rigirato per più di un'ora mia alzo, mi vesto al buio. Pronto ad affrontare la notte, ma anche l'alba di un giorno migliore. Dove andare... la bruma del mattino mi avvolge e l'umido mi entra nelle ossa senza pietà di un povero nottambulo sonnambulo insonne appena svegliato dai raggi di una Luna calante ma potente. 
Quanto è libera la Natura? Lei va avanti, senza fermarsi. Avvolge e travolge. Avvisa e ti strizza, ti schiaccia nella sua "umana" razionalità. Non si ferma, anzi ti ferma. E nel momento che ti fermi ti mostra la strada. 
Il posto è il mio posto. E i miei piedi iniziano ad andare sulle rocce scivolose della Sierra... Camminano senza esitazione per andare lì, nella MIA grotta, che si affaccia sul mondo. 
In fondo è sempre stato questo il fascino della mia scelta di vita. Questo affacciarsi al mondo con vigore, senza paura, quasi con alterigia. 
Questo era fino a qualche tempo fa... prima di diventare padre... 
Ora, da padre, è rimasto il vigore, è rimasto il Coraggio è arrivata la Sorella Consapevolezza, che si fa strada insieme alla sua amica Responsabilità, carattere forte dell'uomo che tende "all'adultità".
Vanno i piedi e si bagnano i calzoni... scivolo ed incespico ma arrivo e mi affaccio alla terrazza sul mondo. Lì da tempo, mi ero preparato il MIO rifugio, la MIA grotta. 
Avevo già predisposto la legna, e l'istinto ancestrale mi dice di accendere il fuoco. Non resisto, ne sento il bisogno interiore. 
Mi predispongo a questa magia. 
La più antica del mondo. E rifletto a quanto sia stato stupendo per l'uomo scoprire il fuoco, e poi dominarlo. Probabilmente avrà lì compreso il concetto di Potere. Probabilmente in quel momento si sarà illuso della sua onnipotenza. Ma la Natura avrà poi fatto scoprire anche la sua fragilità. Sarà bastata una pioggia improvvisa, o un vento troppo forte. 
Ma la MIA grotta ed il MIO fuoco mi hanno permesso di sdraiarmi nella polvere del tempo e stare lì, senza pensieri, ad affondare il mio sguardo oltre le volute di fumo, agli spirali di fiamma, al crepitio del legno. 
Stare e scoprire me stesso. 
Sentirmi unico elemento con la polvere, la pietra, il fuoco. 
In consapevolezza
ascoltando e assaporando
i Mondi intorno a me.
Mi giro una sigaretta, con consapevolezza, anche il fumo che entra nei polmoni mi crea assoluta chiarezza. 
Osservo il mondo dall'apertura della grotta.
E' un mondo limitato ma infinito. 
Di nuovo un istinto più forte mi fa scattare in piedi. Ho perso la connessione con il tempo. Ma la luce fuori, l'alba, il sole già alto mi fanno fremere. Esco dalla cavità accogliente come utero materno. E torno a raccogliere legna, preparo il MIO rifugio per la prossima esperienza, per la prossima fuga, per il prossimo viaggio nel tempo interiore. 
E scopro. 
Stupendo il sentiero del ritorno. 
Tenera la presenza dei miei cani che hanno vegliato su di me. 
Illuminante la mia casa in lontananza. 
Consapevole la voglia di ritornare alla mia famiglia. 
Trovare l'amore della mia vita. 
Abbracciare i miei cari figli. 
Sono le otto di un mattino qualunque. 
Ricomincia il giorno.
Un giorno nuovo
un giorno diverso.
Un giorno migliore.

Di seguito due puntate di Cirino e Coretta.

L'ottava si intitola "Il paese che si chiamava Suegiù".







La nona si chiama "La grotta del temporale". Mi ha ispirato questo scritto.

Ci tengo a sottolineare che tutto ciò che è raccontato è realmente accaduto. 

Buona vita a tutti.



Commenti

  1. Grazie per la condivisione. Ti scrivo a conclusione del giorno del quale hai descritto la tua alba. Io mi sono goduta il tramonto, oggi, qui e ora. Un abbraccio, Vincenzo.

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  2. Profonde riflessioni, ti confesso che ultimamente anche io sto pensando a come madre Natura ironicamente sta riprendendo con sé gli spazi che in qualche modo gli sono stati rubati. NON È UN BUON Periodo indubbiamente, ma L esserci dovuti forzatamente fermare ci costringe a pensare a quello che l evoluzione ci ha portato ma soprattutto a quello che ci ha tolto. CIAO VINCENZO

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    1. Grazie a te. Spero che queste parole possano esserci di conforto a noi pallidi umani.

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  3. Ciao e buona vita nella Luce delle tue albe che non sono più estemporanee e nei bui lunari delle tue notti di risvegli coinvolgenti d'emozioni tue e solo tue, che più son solitarie e più rimarranno indelebili. Ciao, poeta, mi hai fatto sentire piccolo. Se vuoi, ed è un invito, ti posso aiutare a buttar giù un tuo libro di poesie. Ne sarei felice! Spero leggerai, dammi riscontro.

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    1. Oh assolutamente, mi piacerebbe. Ne ho già tanti di scritti "poetici". Ma più che altro riflessioni...

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    2. In questo tempo di forzata clausura, comunque io ne ho tanto a prescindere, fammi avere materiale per cominciare a leggere e vedrò di dare il mio modesto contributo... perché, se ci si crede, i sogno possono diventare realtà! Se merito, abbi fiducia in me. Attendo e, se mi coinvolgi, sarò ben felice. Ti abbraccio forte.

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  4. Bellissime riflessioni che danzano tra natura, senso di libertà, ricordi... che si completano con un grande amore, che porta rispetto e senso di responsabilità.
    Complimenti Vincenzo per la tua bella capacità di raccontare e di raccontarti 👏

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  5. Ciao Vincenzo, grazie per avermi pensato e fatto partecipe delle tue bellissime riflessioni. Sono anche le nostre se vogliamo, ma tu le hai sapute raccontare con maestria, complimenti di cuore. Sarò sempre felice di leggere tutto ciò che scrivi. Profumano di profondità di magia...

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